
Rodrigo Basilicati Cardin
Club Italia-Francia: Che ricordo ha del suo primo incontro a Venezia con suo zio Pierre Cardin?
Rodrigo Basilicati Cardin: In realtà il primo incontro con mio zio Pierre Cardin fu a Treviso, durante la sfilata da lui organizzata in occasione della consegna delle chiavi della città da parte del Sindaco. Correva l’anno 1995. Pierre Cardin invitò suo fratello, mio nonno, e io in quel momento vivevo da lui. I miei genitori pretendevano che io facessi solo università e lasciassi la musica, mentre io volevo ancora continuare a tentare di entrare in quel mondo. Per correttezza, ho trovato un lavoro e ho preferito vivere con mio nonno, anche perché era solo. Pierre Cardin lo chiamò e lo invitò, e io lo accompagnai. Fu un incontro “foudroyant”.
Non si parlava molto di lui in famiglia. Mi guardò attentamente e mi chiese cosa facessi nella mia vita. Poi durante la sfilata mi parlò, e mi disse : « La donna prende la forma dell’abito ». L’abito come forma d’arte, come centro di interesse, come opera d’arte. Questo mi colpì moltissimo.
Club Italia-Francia: Quali sono le linee principali dei suoi progetti di rinnovamento e rilancio del gruppo Pierre Cardin?
Rodrigo Basilicati Cardin: La prima mia volontà è quella di rispettare quello che fu fatto da Pierre Cardin. La cultura avrà un ruolo importantissimo per pubblicizzare il marchio, bisogna continuare a creare nuova moda, rispettando il suo spirito, ma senza copiare. Dettare la moda con lo stile unico e riconoscibile di Pierre Cardin. Abbiamo delle attività come Maxim’s, che vanno potenziate dal punto di vista della forza del marchio. Maxim’s è in rinnovazione ed aprirà di nuovo le sue porte a settembre e la mia volontà è quella di dare al marchio la forza che merita nella promozione di un settore importante come la gastronomia.
Poi, la direzione sarà quella di promozione del marchio, sempre nel modo coerente con lo spirito Pierre Cardin, ossia senza fare la pubblicità, come la fanno tutti. Queste sono le linee : stupefare grazie alla forza del marchio, all’arte che sprigiona e alle sue idee.
Club Italia-Francia: Pierre Cardin ha fatto la storia della couture a Parigi. È possibile trovare un equilibrio per trarre ispirazione dal suo lavoro senza copiarlo o ripeterlo? E qual è allora la chiave di questo equilibrio?
Rodrigo Basilicati Cardin: È un lavoro complicato. Lui non copiava neanche se stesso, anzi, voleva sempre andare avanti, verso il futuro. Ma era riconoscibile. Lui mi ha conosciuto come designer: ha stimolato questa cosa e l’ha voluta continuare, fino alla creazione di una linea di mobili per Pierre Cardin, mi ha permesso di creare e apportare nuove idee, sempre però rispettose della sua sensibilità e delle linee del gruppo. Le creazioni e gli abiti sono l’opera d’arte. E la riconoscibilità è la chiave del successo. Serve essere riconoscibili nello stile, senza copiare.
Club Italia-Francia: La cultura è sempre stata protagonista nella storia di questo gruppo. Dal Maxim’s, al Festival La Coste, ci sarà l’intenzione di rinnovare nella politica del gruppo questo filo conduttore tra moda, arte e cultura ? Ha anche intenzione di costruire un museo. Può dirci qualcosa di più su questo progetto?
Rodrigo Basilicati Cardin: Senz’altro. Mio zio teneva alla cultura, per la promozione artistica, per la filantropia, ma anche perché riteneva che se bisogna spendere del denaro per pubblicizzare, questo va fatto nel contesto della promozione dell’arte e non della promozione di una semplice pagina di giornale. Ne faceva anche una questione etica. Anzi, la qualità della pubblicità in questo contesto è più stabile e solida, proprio perché si tratta di riconoscere le qualità artistiche associate al marchio.
La cultura come modo di dare la possibilità ad altri di sprigionare arte, chiaramente in stile Pierre Cardin, promuovere chi ha del talento. Il museo, è la voglia di parlare del passato. Ma è giusto parlare di un uomo che ha partecipato a 70 anni di innovazioni. Sto riflettendo a questo progetto, ma serve un pò di tempo per organizzare la cosa. Stiamo rinnovando la Maison Mère e la Boutique : al primo piano ci sarà il museo. Saranno quasi 700m2 dedicati a lui e alle sue invenzioni.
Club Italia-Francia: Pierre Cardin era originario del Veneto. C’è ancora spazio per le sue origini italiane nel marchio oggi?
Rodrigo Basilicati Cardin: Lui diceva sempre che si è sentito italiano e veneto. Attaccato e attento all’immobile e alla terra, proprio come i veri veneziani. La venezianità viene fuori nel carattere: di fronte alle sfide, tendiamo a dire di sì. Abbiamo delle intuizioni, ma il veneziano e anche l’italiano in generale, fa lo sforzo di fare delle cose ardite. E così tutti quelli che lavorano da Pierre Cardin, sono formati per creare di fronte alle sfide, non farsi intimorire e andare oltre alla classicità.
Quando andammo a Porto Marghera a presentare il progetto del Palais Lumière, anche quello fu un simbolo dell’attaccamento alla terra di Pierre Cardin. Porto Marghera è sempre stata considerata un’onta per Venezia. Pierre Cardin pensava che facendo qualcosa per Porto Marghera, avrebbe lanciato il sasso ed altri avrebbero investito in questa zona così trascurata. Avevamo investito e creduto tantissimo in quel progetto, che poi per alcuni cavilli burocratici nel 2013 saltò. Ma questa voglia di investire, dimostra l’attaccamento di mio zio alla sua terra. La sua venezianità l’ha sempre accompagnato, come ha aiutato anche me, anche nella mia relazione con lui.
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Intervista del
2 Luglio
Informazioni
CEO di Pierre Cardin
Ingegnere di formazione, pianista, designer e architetto, Rodrigo Basilicati Cardin è amministratore delegato del gruppo Pierre Cardin dal 2018 ed è nominato presidente nel 2020, pochi mesi prima della morte del suo fondatore.
