Club Italie-France: Intervista Pierluigi Antonelli - 2022

Pierluigi Antonelli

Club Italia-Francia: Angelini Pharma è un’azienda italiana molto importante nel settore farmaceutico. Quali sono i valori e gli assi di sviluppo del gruppo?

Pierluigi Antonelli: Angelini Pharma è un’azienda multinazionale storica con compagine azionaria familiare. La nostra azienda è sempre stata guidata da una grande attenzione per la qualità del lavoro e il rispetto dei dipendenti, a cui si è affiancata negli anni insieme alla crescita, un’ambizione ad uno sviluppo internazionale. Nel corso degli anni la nostra capacità di innovazione è cresciuta e oggi siamo a tutti gli effetti un innovatore europeo di alto profilo. Un’innovazione che implementiamo sui due asset di sviluppo dell’azienda: la salute del cervello e le malattie rare. L’acquisizione di Arvelle Therapeutics, la più grande acquisizione mai realizzata dal Gruppo Angelini Industries, cui Angelini Pharma fa capo, si muove proprio in questo senso in quanto il cenobamato, la rivoluzionaria molecola di Arvelle per il trattamento dell’epilessia refrattaria, si integra perfettamente con le altre molecole che abbiamo in portafoglio per il trattamento della schizofrenia e della depressione. Questa acquisizione ci ha dato l’opportunità di espandere la nostra presenza geografica, vantando oggi una presenza diretta in 25 paesi. Oltre al cenobamato che dà risposte significative ad un importante bisogno medico insoddisfatto, abbiamo l’obiettivo di rafforzare ed integrare la nostra pipeline di sviluppo e per farlo abbiamo implementato una serie di investimenti in start-up promettenti ed estremamente innovative.

Club Italia-Francia: Dopo la crisi Covid19 com’è percepito il settore farmaceutico da parte dell’opinione pubblica? C’è più fiducia rispetto al passato?

Pierluigi Antonelli: La pandemia ha sicuramente portato a una nuova e più ampia attenzione nei confronti dell’intero settore della salute sia nell’opinione pubblica sia presso le istituzioni, e il comparto farmaceutico è stato, in un certo senso, “riscoperto” quale elemento propulsivo ed innovativo in questo ambito. Arrivare ad un vaccino in tempi così rapidi, sia sul fronte dello sviluppo che su quello della produzione, sarebbe stato un risultato impensabile fino solo a qualche anno fa. E’ stata una risposta importante che hanno dato le imprese del Pharma. Ci siamo resi conto di come gli investimenti in R&D da parte delle aziende, l’innovazione tecnologica, la condivisione di know-how, la messa in rete dei dati da parte della comunità scientifica, la cooperazione pubblico-privata rappresentino un ecosistema virtuoso che può portare a risultati importanti. Inoltre, si è reso evidente come la salute sia un asset strategico fondamentale che non può essere considerato quale elemento disgiunto dall’economia e dalla produzione ma che è parte integrante dello sviluppo dei Paesi. Questo processo ha giocoforza portato ad alzare le aspettative di cittadini e pazienti che oggi chiedono all’industria farmaceutica e ai sistemi sanitari una maggiore efficacia e una migliore qualità delle cure in tempi più rapidi.

Club Italia-Francia: Quali sono secondo lei le sfide del settore farmaceutico europeo nei prossimi 10 anni? È possibile pensare a rilocalizzare un settore che ha delocalizzato in maniera pesante negli anni passati?

Pierluigi Antonelli: Credo che lo sviluppo futuro delle imprese del Pharma sarà caratterizzato sostanzialmente da una nuova concezione dei processi di ricerca e sviluppo e dall’innovazione tecnologica, che coinvolgerà in maniera trasversale diversi ambiti di attività e funzioni aziendali. Nel 2021, in Italia le imprese farmaceutiche hanno investito circa 3 miliardi in innovazione e transizione digitale, investimenti che hanno riguardato non solo l’ambito R&D ma anche i processi, le linee produttive, la logistica, le modalità di relazione con i pazienti. Questo sarà il binario che caratterizzerà anche i prossimi anni ma che si svilupperà sempre più in un’ottica di open innovation, dove le grandi aziende si apriranno all’intero ecosistema dell’innovazione rappresentato da startup, incubatori, centri di ricerca e università. Un percorso che come Gruppo abbiamo intrapreso con la partecipazione nell’incubatore di startup Argobio e la costituzione del Fondo Angelini Lumira Biosciences, piattaforme che nei prossimi anni potranno generare nuovi programmi di sviluppo progettualità che andranno ad alimentare la nostra pipeline. L’open innovation non può prescindere anche da un coinvolgimento delle istituzioni. Abbiamo visto nel corso della pandemia quanto sia importante la cooperazione pubblico-privata e oggi abbiamo un’importante opportunità rappresentata dal PNRR. La farmaceutica potrebbe rappresentare un volano economico utile ad amplificare gli investimenti e preservare la competitività dell’Europa. Per quanto riguarda i processi di delocalizzazione, è da considerare che questi hanno riguardato in larga misura i segmenti produttivi e le attività a basso valore aggiunto. Il cuore dell’industria del Pharma, dunque la parte di ricerca e sviluppo, è in larga parte rimasta all’interno degli stati europei. Certo è che le problematiche di approvvigionamento riscontrate nel corso della pandemia ma anche in questi giorni, le tematiche della qualità degli API già attenzionata da EMA e dalle agenzie regolatorie e le criticità relative al dumping sociale ed ambientale pongono senz’altro all’attenzione di tutti la necessità per l’UE di dotarsi di politiche finalizzate a rilocalizzare attività che ora si è compreso essere strategiche.

Club Italia-Francia: Quali sono le figure professionali più ricercate nel settore farmaceutico?

Pierluigi Antonelli: La richiesta di medici, biologi, biotecnologi e farmacologi è sempre molto alta, tuttavia i prossimi anni saranno sempre più caratterizzati dallo sviluppo di nuove professioni. In particolare, figure ibride, con background formativi trasversali, e che riescono a coniugare formazione ed esperienza in ambito medico-scientifico o biologico con l’informatica, l’intelligenza artificiale e l’utilizzo delle nuove tecnologie. Anche per il settore Pharma l’interpretazione e l’utilizzo dei dati è un elemento fondamentale. Avere questo tipo di competenze rappresenta già oggi un importante valore aggiunto.

Club Italia-Francia: Angelini Pharma è presente in Francia da qualche mese. Quali sono gli obiettivi del gruppo nel mercato francese?

Pierluigi Antonelli: Nonostante Angelini Pharma sia una multinazionale, siamo molto rispettosi delle caratteristiche e delle necessità dei Paesi in cui entriamo e non riproponiamo modelli in scala. Siamo entrati nel mercato francese in previsione del lancio di cenobamato, molecola innovativa per il trattamento della epilessia refrattaria – e grazie al nostro investimento nell’incubatore di startup Argobio. La nostra idea è quella di porci come un partner importante per le istituzioni francesi e i pazienti, portando innovazione e soluzioni terapeutiche efficaci.

Club Italia-Francia: Il mercato farmaceutico francese e quelle italiano sono simili? Ci sono delle differenze particolarmente importanti?

Pierluigi Antonelli: La capacità di comprendere i singoli mercati avendo una presenza diretta è fondamentale per diventare un partner strategico. Nonostante l’Italia e la Francia siano per molti versi delle nazioni “sorelle”, ci sono comunque delle differenze. Per quanto riguarda l’ambito della salute, il mercato francese, con un obiettivo nazionale di spesa sanitaria pari a quasi 220 miliardi e in crescita del 3,7%, è uno dei mercati più importanti in Europa.  La Francia investe oltre il 12% del PIL in salute (tra investimenti pubblici e privati), secondo solo alla Germania, e decisamente più avanti rispetto all’Italia che si attesta ad una percentuale sul Pil del 9,7%. Elementi che lo rendono estremamente interessante per un’azienda come la nostra, sebbene il sistema francese in essere per l’accesso di nuovi farmaci sia alquanto restrittivo.

Club Italia-Francia: Quale ruolo giocano l’Italia, la Francia e l’Europa in ambito farmaceutico? Abbiamo, come alcuni dicono, accumulato del ritardo rispetto agli USA e alla Cina?

Pierluigi Antonelli: L’Europa gioca ancora un ruolo da protagonista per tutta l’attività relativa all’R&D e siamo primi al mondo per quanto riguarda gli standard qualitativi dei prodotti immessi nel mercato. Il settore farmaceutico è assolutamente strategico per l’UE e per gli Stati membri, non solo perché garantisce accesso alle cure per tutti i cittadini ma anche perché rappresenta un asset economico importantissimo, capace di distribuire a cascata valore aggiunto e contribuire in maniera rilevante al PIL e all’occupazione. La pandemia e le difficoltà logistiche mondiali che stiamo attraversando hanno fatto luce sulla dipendenza strutturale dell’UE nei confronti di paesi extraeuropei per quanto riguarda l’approvvigionamento dei principi attivi provenienti in larga misura da Cina e India. Da un punto di vista geopolitico questo comporta per l’Europa una sostanziale perdita di indipendenza sanitaria. Inoltre, anche il settore Pharma europeo, come altri comparti economici del nostro continente, sconta la difficile integrazione delle politiche economiche e sanitarie fra gli stati membri, rappresentando un ostacolo allo sviluppo delle imprese multinazionali. Una frammentarietà che abbiamo visto anche nel corso dello sviluppo della pandemia, con una mancanza di coordinamento centrale e l’assenza di protocolli e normative comuni utili a rispondere ad emergenze sovranazionali con misure condivise, rapide ed efficaci.

Quindi – a mio avviso – due sono gli ambiti in cui Italia e Francia possono impegnarsi con risultati importanti: il primo, in linea anche col trattato di “rafforzata cooperazione bilaterale” Italia-Francia siglato lo scorso anno al Quirinale per continuare a fare crescere l’interscambio fra i due Paesi e consolidare/rafforzare la R&D e la produzione del settore. Il secondo, giocando un ruolo da protagonisti nell’Unione Europea per promuovere e tutelare la competitività dell’Unione con investimenti, regolamentazioni e politiche a supporto del settore che siano all’altezza delle sfide globali dove sono presenti ‘colossi’ come USA e Cina. Gli USA rimangono tuttora il mercato più attrattivo nel settore farmaceutico su una serie di dimensioni. Francia ed Italia potrebbero fare squadra per spingere l’Unione Europea a fare ulteriori passi per colmare il divario oggi tuttora esistente verso gli USA. Sono fiducioso.

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Intervista del

28 Luglio

Informazioni

Dirigente d'Impresa
CEO del gruppo farmaceutico Angelini Pharma.
Club Italie-France: Affaires Internationales - Daisy Boscolo Marchi - Team
A cura di
Daisy Boscolo Marchi