
Olivier Delamarche
Club Italie-France: Una prima domanda: a fine di settembre i tassi di interesse sul mercato monetario privato americano sono esplosi. Che cosa è successo?
Olivier Delamarche : Oggi si deve sapere che siamo in un mercato che non è più davvero un mercato, poiché i prezzi sono stabiliti dalle banche centrali. Dal 2008, i tassi sono diminuiti e oggi siamo quasi a tassi negativi su 780 miliardi di obbligazioni. Di tanto in tanto, abbiamo piccole esplosioni sui tassi, ma oggi siamo in un mondo che funziona solo grazie al debito: tutta la crescita che abbiamo visto dal 2008 è stata acquistata e in modo molto costoso. Un esempio: in Spagna, tra il 2008 e il 2016, il governo e l’Europa hanno messo sul tavolo 12,30 euro, per avere un 1 euro supplementare di PIL. Oggi il PIL è formato tra il 60 e il 70% dai consumi delle famiglie: se le famiglie consumano meno, non si cresce e se gli stipendi non aumentano, è chiaro che le persone devono chiedere prestiti alle banche, anche solo per mantenere il loro tenore di vita. Quindi una cosa deve essere chiara: non saremo in grado di prevedere un rialzo dei tassi in un prossimo o un lontano futuro.
Prendiamo l’esempio del Giappone, un paese con 250% del debito rispetto al PIL: ogni volta che la Banca centrale giapponese cerca di normalizzare il proprio bilancio, i tassi a 10 anni aumentano e la Banca centrale ritorna alle sue posizioni. Perché con il 250% del debito rispetto al PIL, se i tassi aumentano dell’1%, ci si ritrova con il 2,5 in più da pagare. Senza crescita, non è semplicemente possibile. Alla fine del 2018, negli Stati Uniti, i banchieri prevedevano che i tassi sarebbero aumentati al 3,5% a causa della crescita del Paese. Successivamente, Powell ha cambiato idea e all’improvviso le banche ci hanno detto che avrebbero abbassato i tassi e iniziato in quantitative easing. Se i tassi salgono, le azioni perdono tutto il loro valore. In questo caso, poiché i fondi pensione statunitensi sono in grave deficit, i pensionati statunitensi si ritroverebbero senza denaro. Credo che le banche centrali non abbiano voglia di un crack prima delle elezioni.
Club Italia-Francia : Pensiamo alle banche: cosa hanno imparato dalla crisi del 2008 (se hanno imparato qualcosa) e cosa continuano a ignorare in termini di rischio? Quali conseguenze per i consumatori?
Olivier Delamarche : Non hanno imparato nulla. Le banche sono tutte fallite. Basta guardare il loro prezzo delle azioni. Quando perdono il 90%, c’è una ragione. Non è un caso. Non è il mercato che sbaglia le previsioni. Ogni tanto il mercato in effetti può fare una previsione sbagliata su una azione: questa cala del 10%, ma non ci si sbaglia del 90% quando nel frattempo invece il mercato sale. Oggi sappiamo da anni che la legge di Gauss – la legge normale su cui sono costruite le probabilità di rischio – non funziona in economia, eppure continuiamo ad usarla. Continuiamo a sentirci protetti da una legge che non è adatta al contesto. In media, le banche europee hanno 50 miliardi di euro di capitale proprio, 1.500 miliardi di patrimonio e 35.000 miliardi di euro di derivati. Gli economisti affermano che sui 35.000 miliardi di derivati quelli a rischio sono il 10% quindi 3.500 miliardi, che è il doppio del PIL italiano. Questo succede in ogni banca. Il giorno in cui ci sarà una crisi, dovremo fare un bail-in. Pensiamo a quello che è successo in Italia, dove tre banche sono fallite non molte tempo fa: il Monte dei Paschi e due banche di cui nessuno aveva mai sentito parlare. Queste 3 piccole banche valevano 25 miliardi di euro, pari all’1,4% del PIL italiano. Immaginate il giorno in cui Unicredit fallirà. Il giorno del bail-in, la banca verrà chiusa. Ma altre banche rimarranno aperte, con il rischio che i clienti inizino a correre in altre banche per trasferire i loro soldi. Quindi, in caso di bail-in tutte le banche dovranno chiudere, in Italia e in Europa. Ci vorrà un bail-in ovunque perché le banche oggi sono tutte collegate.
Club Italia-Francia : Brexit : dobbiamo aspettarci una hard Brexit? Quali sono le conseguenze di un No-Deal per il sistema finanziario e le aziende?
Olivier Delamarche : Non sarà la fine del mondo, né tutto sarà roseo. Le difficoltà verranno provocate volontariamente da parte dell’Europa, che vuole ci sia un’uscita più dolorosa possibile. Se l’Europa si prendesse davvero cura del benessere delle persone, ne potremmo discutere in maniera civile e arriveremmo facilmente e pacificamente a nuovi accordi bilaterali. Se oggi le cose vanno male, è a causa dell’Europa. Abbiamo più noi da perdere di loro, soprattutto la Germania, che esporta molto nel Regno Unito. La vera causa di tutto ciò è che alcuni a Bruxelles temono che se l’economia del Regno Unito dovesse migliorare a seguito della Brexit, questo potrebbe dare strane idee ad altri, italiani in primis, ad esempio. Non so se sarà una hard Brexit o no: ma penso che riuscirà e farà bene a loro, e dimostrerà che questa Unione Europea è una specie di mafia malsana.
Club Italia-Francia : Cosa ne pensa dell’ultima decisione di Mario Draghi di lanciare l’ultimo quantitative easing prima di lasciare il posto al suo successore, ChristineLagarde? Le banche hanno criticato la decisione di Mario Draghi perché i tassi negativi potrebbero essere utili per i cittadini e l’economia reale? Forse Draghi voleva per una volta schierarsi dalla parte dei consumatori / cittadini e andare contro gli interessi delle banche, che aiutano sempre meno l’economia reale, il più delle volte imponendo tassi sproporzionati?
Olivier Delamarche : La signora Lagarde ha lavorato in uno studio legale. Conosco molti giuristi incompetenti in campo economico, ma fortunatamente non tutti dirigono la BCE. È una catastrofe, l’incompetenza come esempio. Per quanto riguarda il signor Draghi, non mi piacciono le sue politiche. I tassi di interesse negativi sono un errore. Contrariamente a quanto detto, non ravvivano l’attività o l’inflazione. L’attività perché nell’economia reale un imprenditore non fa investimenti se i tassi vengono tagliati o azzerati, ma se ha un mercato di riferimento. In secondo luogo, questa politica è deflazionistica: il Quantitative Easing prevede che vengano acquistate obbligazioni e inserite nel bilancio della banca centrale: questo sistema dà denaro alle banche, ma questo denaro non va alle famiglie o alle imprese: in primo luogo perché non c’è domanda e anche perché per le banche è troppo complicato prestare denaro a coloro che ne hanno bisogno, perché non ci guadagnano abbastanza ed è troppo rischioso. Il banchiere preferisce mettere tutti i soldi sui mercati, con un banchiere centrale che gli dice cosa fare: in questo modo, è più facile vincere. Ecco che non stiamo prestando denaro all’economia reale.
Club Italia-Francia : lei è piuttosto critico nei confronti della Commissione europea e dell’euro. Il problema è l’austerità imposta dalla Germania o il sistema comunitario in generale? Di fronte alla Cina e agli Stati Uniti abbiamo davvero la possibilità di uscire dall’UE?
Olivier Delamarche : È semplice: tutti i piccoli paesi al di fuori dell’UE sono stati colonizzati dai cinesi? No. Guardiamo la Svizzera o la Corea del Sud. Non è perché siamo grandi che stiamo meglio. Sono critico perché l’UE è l’incarnazione dell’incompetenza. La Commissione europea sta accumulando sciocchezze in campo economico e gli europeisti convinti non hanno argomenti concreti per giustificare la prosecuzione di questa esperienza disastrosa. Cosa ci ha portato l’UE? Diamo un’occhiata all’Italia, che non cresce dal 2008. Con l’euro, abbiamo costruito un edificio sulla sabbia: finché non c’è vento tutto fila liscio, ma non appena succede cosa, scopriamo che la costruzione è fragile. L’UE è profondamente antidemocratica, è una riclassificazione dell’incompetenza. E l’euro è un’aberrazione: applicare lo stesso modello a economie che non hanno nulla a che fare è per definizione idiota e sappiamo che prima o poi questo meccanismo esploderà.
Club Italia-Francia : perché Russia e Cina cercano di rendersi autonomi e distaccarsi dal dollaro? E gli europei hanno interesse a sostenere / pianificare lo stesso?
Olivier Delamarche : Certo. La de-dollarizzazione è essenziale per la sopravvivenza. Oggi gli americani usano il dollaro per esportare la loro legislazione e governare il mondo. L’extraterritorialità della legge statunitense mira a infliggere sanzioni al resto del mondo. In Europa siamo abbastanza stupidi da pagare, poiché nessuno è in grado di proteggerci, specialmente a Bruxelles. Questo atteggiamento americano ha spinto i russi tra le braccia dei cinesi e insieme si sono resi conto che agli Stati Uniti sarebbe bastato premere un pulsante per bloccare il sistema SWIFT – sistema che consente le transazioni tra banche – e bloccare così le loro economie. Quindi hanno iniziato a costruire un sistema alternativo. Oggi i cinesi comprano molto oro e ne hanno molto di più di quello che dicono, e i russi fanno lo stesso. Penso che facciano tutto ciò per preparare una nuova valuta alternativa globale al dollaro, convertibile in oro, che darebbe un colpo all’euro, che non sarà mai un’alternativa al dollaro.
Club Italia-Francia : Sentiamo molto parlare dei paradisi fiscali. Quale impatto sull’economia europea? E quale correlazione esiste tra l’evasione fiscale e gli aumenti delle tasse a spese dei cittadini? Se l’Italia ha 109 miliardi di € di evasione, la Francia arriverà quest’anno a 100miliardi di € e anche per la Germania le cifre non saranno molto diverse …
Olivier Delamarche : Penso che la storia dell’evasione fiscale sia una scusa. Mi diverte quando l’amministrazione pubblica calcola l’evasione fiscale, perché per definizione non possono farlo, è semplicemente ridicolo. Dobbiamo anche intenderci su cosa sia l’evasione fiscale: un gruppo come Total paga il 7% di tasse, mentre un imprenditore x in Francia sarà tassato al 33%. Questa è la vera evasione fiscale. Il problema dell’onere fiscale per le famiglie o le imprese deriva dal fatto che lo Stato non ha più soldi. In Francia, ci sono due settori in cui si possono trovare soldi: immobiliare e il risparmio delle famiglie, ed è lì che lo stato colpisce. L’evasione fiscale è il capro espiatorio che lo stato usa per non assumersi le sue responsabilità. L’evasione fiscale è organizzata anche da Europa, Irlanda e Lussemburgo in particolare, ma anche dal Portogallo. I politici si sentono minacciati da un problema che loro stessi hanno creato, ancora una volta una bella prova di incompetenza.
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Analista finanziario, Olivier Delamarche è specializzato nell'analisi macroeconomica e nella gestione del portafoglio
