Club Italie-France: Massimo Cacciari

Massimo Cacciari

Club Italie-France: Lei ha detto che ci stiamo avvicinando sempre di più al concetto di “dittatura democratica”. Che cosa vuoi dire con questo ? È davvero così difficile conciliare diritti e libertà e tutela della salute pubblica? Se consideriamo la dittatura come l’opposto della democrazia, è vero che gli opposti si attraggono…

Massimo Cacciari: La “dittatura democratica” è un ossimoro che definisce un regime dove il voto è ridotto all’assoluto, a semplice procedura e dove si esaltano le “virtù” dell’esecutivo pur mantenendo assemblee rappresentative con più o meno contenimento e sorveglianza funzione. Questo è il modello che piace a molti – e rispondo qui all’ultima domanda – i “decisori” tra imprenditori e politici, ma anche il buon senso che attualmente prevale. La gestione della pandemia ha rafforzato questa tendenza a lungo termine.

Club Italie-France: La globalizzazione sembra aver creato due poli: una destra nazionalista e reazionaria e una sinistra progressista, intellettuale e benestante. In tutto questo il lavoratore non si sente più tutelato dalla sinistra e anche la borghesia si sta allontanando dalla destra… Qual’è la sua sensazione?

Massimo Cacciari: La destra e la sinistra sono categorie molto logore, non dicono più niente. Parliamo delle politiche possibili nella globalizzazione odierna, politiche che per essere valide dovranno assumere dimensioni di metastato. Si tratta essenzialmente della capacità del politico di confrontarsi con i poteri economici e finanziari affinché la ricchezza prodotta possa essere utilizzata per mantenere in piedi le strutture del Welfare. Parlo anzitutto di politiche fiscali e sociali – e per poter fare un simile paragone, il politico deve avere con sé le masse della borghesia produttiva e del lavoro intellettuale. Tutte le relazioni che perde drammaticamente, con le ovvie conseguenze…

Club Italie-France: Da secoli l’Italia esporta la sua cultura in tutto il mondo. Purtroppo, oggi continua ad esportare talenti. Sono per lo più giovani che non hanno la possibilità di crescere in Italia. Allo stesso tempo, accogliamo i migranti che sono spesso privi di istruzione e che dovrebbero beneficiare di un’assistenza e di un’istruzione simili alle nostre. Purtroppo le statistiche confermano che non solo non riusciamo ad integrarli degnamente, ma che spesso finiscono per cadere nell’economia informale ea volte anche nell’illegalità totale. In Germania, come in Francia, i problemi sono esattamente gli stessi. Dobbiamo quindi rassegnarci all’idea di accettare i migranti come manodopera a basso costo, oppure dobbiamo riuscire a capire che dobbiamo valutare se accettarli o meno in base alle reali esigenze del Paese?

Massimo Cacciari: Un continente in crisi demografica come l’Europa ha semplicemente bisogno di importanti flussi migratori per sostenere la sua economia. O saprà integrarli culturalmente e politicamente (e non omologarli con sé! Altrimenti quale “modello” dovremmo proporre?), oppure si tratterà di continui e drammatici conflitti.

Club Italie-France: Oggi, in Italia come in Europa, sembra essere di moda la frase “con la cultura non si mangia”. Il declino della cultura, legato alla crisi del mondo della ricerca e dell’istruzione, può essere attribuito direttamente al capitalismo e al consumismo? Qual è il rapporto tra cultura, politica e realtà sociale?

Massimo Cacciari: Non si mangia con la cultura?! E la scienza e la tecnologia non fanno forse parte della cultura di un paese? Cosa rappresenta il 20% del PIL italiano (tra peso diretto e indiretto) se non il turismo che viene a visitare il nostro patrimonio culturale? Purtroppo un paese non mangia con gli idioti, questo è certo.

Club Italie-France: È assolutamente necessario riportare la cultura in televisione. Fornire modelli positivi. Per invitare alla riflessione. Da anni i media inseguono programmi di intrattenimento mediocri e di massa che hanno fatto danni enormi. Perché in Italia, dove ci sono grandi pensatori e intellettuali, non viene dato più spazio sui media? In Francia, ad esempio, gli intellettuali godono di una certa visibilità nei media mainstream.

Massimo Cacciari: I media, i social, ecc. sono un grande fiume dove passa di tutto, anche detriti e merda – come nei grandi fiumi – bisogna saper navigare ed evitare i rifiuti che portano.

Club Italie-France: La crisi dell’Unione Europea forse non è estranea alla crisi della società europea e dei suoi valori. Il consumo è onnipresente e malato, essendo quest’ultimo diventato un simbolo dell’Occidente. Sembra aver creato una società completamente anestetizzata da social network, apparenze, pessimi programmi, totalmente insensibile al concetto di bene comune e collettività. È questo il nostro destino? Possiamo dire che il XXI secolo sarà segnato dalla lotta tra questa società frivola e quella del fondamentalismo islamico?

Massimo Cacciari: Si parla di Europa, ma sono i suoi piccoli Stati che decidono ancora. O si cambiano le regole o l’Europa è condannata. Dobbiamo superare l’unanimità, abbiamo bisogno di serie convergenze in termini di politica fiscale e sociale. E poi, certo, ridurre il peso delirante dei suoi apparati amministrativi e burocratici, il loro potere anche nel processo decisionale (ma questo dipende dall’autorità del politico). E un’altra “piccola” cosa: dare il buon esempio quando si tratta di rifiuti. Il Parlamento Europeo è l’icona dello spreco assoluto! È possibile continuare il rito delle due sedi?

RIPRODUZIONE RISERVATA ©

Intervista del

10 Maggio

Informazioni

Professore
Filosofo
Daisy Boscolo Marchi - Club Italie-France - Manager
A cura di
Daisy Boscolo Marchi