Club Italie-France: Intervista Massimiliano Fuksas - 2020

Massimiliano Fuksas

Club Italia-Francia: Lei è un architetto molto apprezzato in tutto il mondo. In Francia, in particolare si è aggiudicato una serie di lavori per opere importantissime tra le quali ad esempio la Mediateca a Rezé, la Maison des Arts a Bordeaux, lo Zenith a Strasburgo e Amiens e l’Euromed a Marsiglia, progetto per la riqualificazione del Porto. In riferimento a quest’ultimo progetto, quali sono state le difficoltà? Quali valori l’hanno accompagnata nella realizzazione di questo progetto?

Massimiliano Fuksas: Marsiglia è una città affascinante e ricca di complessità. In questa città eterogena fatta di tensioni, contraddizioni, contrapposizione continua tra passato e futuro, abbiamo trovato molti spunti per dotare questo luogo di una nuova geografia e nuova identità, con l’intenzione di non spezzare quel forte legame con il Mediterraneo e la sua immagine di città portuale. Il Centro Euromed è stato progettato considerando la storia e alla complessità dell’infrastruttura esistente. I “Delfini”, cinema multisala con 15 schermi, il Jardin D’Arenc, parco urbano di 4000 mq, l’albergo e gli altri edifici diventano una sequenza diretta verso il mare, un sistema che ridisegna il nuovo waterfront. Il contesto di Marsiglia è unico. La sua luce, il maestrale, il colore del mare, sono la vera iniziazione ad una città magnifica. La stratificazione e la complessità degli stili e degli stili di vita creano la magia della discordanza. La città è percepita come un mondo in perenne movimento dove nulla deve mai fermarsi.

Il concetto di movimento ha accompagnato tutto lo sviluppo del progetto, dalle forme degli edifici al disegno degli spazi pubblici adattandoli alla geografia della città. Si creano nuovi flussi, paesaggi che sono generati dagli spostamenti, luoghi di transizione di cui l’uomo è il centro, in uno spazio pubblico dinamico che diventa organismo pulsante e non respingente.

Club Italia-Francia: Nel settore dell’architettura e del design, l’Italia e la Francia sono molto attive. Ci sono molti progetti che vedono questi due paesi protagonisti nel mondo. Quali sono secondo lei i punti in comune cosi’ come i tratti distintivi di questi due stili?

Massimiliano Fuksas: Il design italiano in particolare, nonostante la globalizzazione dei mercati, ha sempre mantenuto un profondo legame con l’artigianato e gli usi locali, con uno sguardo aperto verso il futuro. Nell’attività creativa, l’Italia e la Francia sono ancora in posizione egemonica. Questo vale soprattutto per il design. Per l’architettura, ci sono più differenze. Pensiamo che in Italia le persone abbiano bisogno di una corretta educazione architettonica e urbana, non perché debbano essere a favore del moderno contro l’antico, ma perché devono essere consapevoli dello straordinario patrimonio che abbiamo e della buona architettura moderna. In Francia la situazione è un pò diversa perchè si ha meno paura del “moderno” e anzi si è riuscito nel tempo a approfittare dell’architettura per dare nuovi volti a scenari storici di grande pregio, si pensi di nuovo a Marsiglia dove c’è stato un vero e proprio piano globale per la riqualificazione urbana con il recupero dell’antico da un lato, e l’introduzione del nuovo come elemento sia di contrasto che di valorizzazione.  L’attenzione per i dettagli, la grande creatività, la cura nella scelta e l’alta qualità dei materiali. Abilità e competenza artigianale. Energia, dinamismo e stile insieme capaci di suscitare emozioni. Queste sono tutte caratteristiche in comune tra i due stili.

Club Italia-Francia: Se pensiamo a Is Molas (resort in Sardegna disegnato dai coniugi Fuksas, ndr) vediamo chiaramente una fortissima connessione con la natura che riesce nell’intento di integrare l’opera architettonica con l’ambiente circostante. In linea generale, quanto è importante dare uno spazio proprio alla natura nei suoi progetti? Quanto questo risulta difficile nelle città metropoli?

Massimiliano Fuksas: Ogni progetto nasce dall’analisi del contesto, dalla conoscenza dettagliata del suo paesaggio e della sua cultura e tradizione. Se un progetto non si inserisce nel suo paesaggio l’architettura non è riuscita. Nel progetto di Is Molas è stato quanto mai fondamentale integrare le nuove strutture del resort nel paesaggio, così carico di significato e di unicità. E proprio dalla natura, dalle tradizioni sarde prende vita il progetto: gli edifici sono come plasmati dal vento e richiamano gli antichi nuraghi sardi. In questo progetto il territorio viene anche richiamato dalla scelta dei materiali e dall’inserimento di vegetazione autoctona tipica della macchia mediterranea che circonda e penetra negli spazi aperti privati delle ville.

Lavorare in un ambiente denso e costruito come quello di una metropoli è molto complesso. Spesso a causa della mancanza di suolo disponibile bisogna prevedere soluzioni innovative che possano inserire gli spazi verdi negli edifici. Si pensi a Shenzhen in Cina, dove abbiamo vari cantieri attivi con un team di architetti dedicato. È una metropoli cresciuta vertiginosamente negli ultimi 10 anni, che però è stata progettata e pianificata per essere una delle città più verdi del mondo. Lo spazio pubblico, il cosiddetto paesaggio urbano, deve diventare parte integrante degli edifici che possono ospitare al loro interno veri e propri parchi pubblici.

Club Italia-Francia: Lei lavora molto spesso con sua moglie Doriana nei suoi progetti. In che modo riuscite a bilanciare la parte creativa e quella esecutiva? Come gestite questa vostra sinergia?

Massimiliano Fuksas: Sono passati più di 30 anni da quando io e Doriana lavoriamo insieme. Il nostro approccio all’architettura parte da diversi campi. Non guardiamo mai ad altre architetture, siano esse contemporanee o del passato. Penso che l’architettura sia simile alla scultura. Deve trasformarsi in qualcosa di più. Infatti, l’architettura è qualcosa che appartiene alla città, alle persone, a tutti. Deve anche essere in grado di integrare i nuovi edifici e la loro storia. Quando lavoriamo a un progetto, pensiamo a tutte queste cose. Possiamo migliorare la sostenibilità delle nostre città con azioni che riguardano la mobilità e l’ambiente, gli aspetti politici, sociali, intellettuali ed economici, creando una geografia che metta insieme economia, paesaggio ed essere umano.

Ogni progetto che esce dal nostro studio è stato fatto insieme. A volte di più, a volte di meno, ma entrambi conosciamo ogni progetto. Per entrambi il processo è lo stesso: lo schizzo, il modello e il disegno. Il nostro sogno è che chiunque possa avere idee, passioni, sentimenti penso che sia questa la nostra ricetta segreta: abbiamo maturato lo stesso approccio. Sul lavoro non litighiamo, siamo quasi sempre d’accordo perché condividiamo le stesse idee e lo stesso approccio alla progettazione.

Club Italia-Francia: Quali sono le maggiori sfide per gli architetti del 21 ° secolo e qual è il ruolo dell’architettura nella contemporaneità?

Massimiliano Fuksas: L’architettura è sia strumento che opportunità per creare luoghi per la collettività, edifici per le persone che contribuiscano all’incremento della qualità di vita, funzionali nelle città di oggi. E’ necessaria un’architettura che tenga conto dei continui cambiamenti climatici ed ambientali e che, in costante innovazione, includa le tecnologie moderne già nella fase di progettazione. Sperimentazione costante e ricerca continua per costruire un’architettura più sostenibile, semplice ed intelligente.

La casa sta diventando sempre più il centro della nostra vita e, mai come in questo momento di emergenza sanitaria, è il primo rifugio per la protezione della nostra salute. Sogno un piano globale, nazionale o internazionale, che ponga il tema dell’abitazione al centro del dibattito architettonico. Svecchiare il patrimonio edilizio obsoleto per costruire case sostenibili, funzionali e soprattutto flessibili e adattabili alle nuove esigenze del vivere contemporaneo.

Club Italia-Francia: Molti cominciano a riflettere sulla necessità di un nuovo approccio urbanistico, in particolare nelle grandi città. La proposta di molti intellettuali di “ripopolare le campagne”, per un futuro nei borghi dopo il COVID-19 può essere un argomento da approfondire? Quali potrebbero essere le difficoltà che in particolare Francia e Italia potrebbero incontrare in questo processo?

Massimiliano Fuksas: Il ritorno alla campagna, la fuga dalle città, potrebbe essere una delle conseguenze insediative dell’emergenza del covid-19 poiché molte persone iniziano a sentire l’esigenza di spazi all’aperto, che la città non può offrire. I borghi italiani, un tempo linfa vitale e artistica dell’Italia, riversano in alcuni casi in situazioni compromesse, come ad esempio molti piccoli comuni degli Appennini quasi abbandonati, oggi abbiamo l’occasione per ripopolarli. C’è un enorme potenzialità nelle piccole realtà territoriali che, se ben gestite, possono diventare esempi concreti di efficienza ed innovazione. Purtroppo, ad oggi l’Italia continua ad essere uno degli ultimi paesi europei in tema di innovazione digitale, con una serie di iniziative che negli anni non sono mai state portate a termine. In Francia la situazione è piuttosto diversa con azioni digitali concrete anche se concentrate per lo più nella regione parigina.

Per rigenerare le campagne, francesi come italiane, è necessario renderle adatte alla nuova generazione di giovani digitali; il primo passo è che i borghi e le loro vicinanze vengano dotate di infrastrutture tecnologiche al pari di quelle delle città (wi-fi ultraveloci, 5G, 6G) e che la casa, in qualità di primo presidio, venga ripensata secondo le nuove esigenze.

Club Italia-Francia: Quale consigli si sentirebbe di dare a tutti coloro che desiderano intraprendere la carriera di architetto?

Massimiliano Fuksas: Un consiglio generale per i giovani architetti e designer è, prima di tutto, di essere convinti delle vostre idee, se non siete convinti voi, non lo saranno gli altri. Essere sempre entusiasti, appassionati e determinati. Gli architetti di oggi devono dare alla società qualcosa di più della soluzione funzionale e qualcosa di più del semplice piacere estetico. L’architettura deve dare emozioni e impegno: l’uomo è il vero cliente dell’architetto.

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Intervista del

01 Luglio

Informazioni

Architetto
Architetto contemporaneo iconico della città di Roma, autore di opere riconosciute a livello internazionale. Celebre in tutto il mondo, ha insegnato a Roma, Stoccarda, alla Columbia University di New York, ad Hannover e all'Accademia di Belle Arti di Vienna. È stato responsabile dell'architettura della città di Venezia, poi membro dei consigli di realizzazione architettonica di Berlino e Salisburgo, e consulente per l'aeroporto Roissy-Charles-de-Gaulle di Parigi. Le sue opere sono presenti in tutto il mondo: tra le tante, ricordiamo l’ Euromed a Marsiglia, le Università di Brest e Limoges, lo Zenith di Strasburgo e il nuovo Palazzo Congressi di Roma.
Daisy Boscolo Marchi - Club Italie-France - Manager
A cura di
Daisy Boscolo Marchi