
Laura Flessel
Club Italie-France: Laura Flessel nasce il 6 novembre 1971 a Pointe-à-Pitre, in Guadalupa. Ha qualche ricordo della sua terra d’origine? Forse in relazione alla sua passione per lo sport?
Laura Flessel: Senza alcuno sciovinismo, la Guadalupa è senza dubbio il più bel dipartimento francese d’oltremare! Le spiagge sono tutte più belle le une delle altre, c’è una grande diversità di paesaggi tra la Basse-Terre, verde e rigogliosa, e la Grande-Terre, più arida e che beneficia di un vero e proprio microclima. La Guadalupa è anche l’arcipelago di Les Saintes, le isole di Marie-Galante e Désirade. Tante possibilità di evasione e di scoperta. Amo profondamente la mia isola, sono visceralmente legata ad essa. Lì ho avuto un’infanzia felice, circondata dall’amore della mia famiglia che mi ha sempre aiutato a dare il meglio di me, senza spingermi alla performance assoluta. Avevo un carattere forte ed ero più disposta a condividere i giochi di guerra dei miei fratelli che i conciliaboli di mia sorella con le sue bambole! Ero affascinata dai film battaglieri e cavallereschi, e mi immaginavo come Zorro, a caccia di banditi (i miei fratelli) e a difesa della vedova e dell’orfano (mia sorella e le sue bambole)! All’età di cinque anni e mezzo, mia madre mi ha iscritto a danza, per aiutarmi a canalizzare la mia energia straripante. Ho rifiutato categoricamente! Nella mia città, Petit-Bourg, c’era la scherma. Siamo andati lì per vedere com’era dal vivo ed è stato amore a prima vista! Dissi a mia madre: “Voglio fare questo e vincerò!”. Alla mia prima gara sono arrivata quarta. Ho pianto a dirotto e mi sono detta: “Mai più una cosa del genere!”.
Ho dunque inanellato vittorie, molte, ed ho imparato anche a perdere, di tanto in tanto. Il mio sogno era quello di diventare la migliore al mondo, e per riuscirci, mi sono impegnata corpo ed anima. Ho lavorato, ripetuto e tentato, più di chiunque. Ho dato il capogiro alla mia famiglia, al mio allenatore ed ai miei avversari! Ero un turbine sulla pedana, piroettavo, e pungevo con la mia arma. La “Guêpe” era nata!
Sono stata individuata dalla Federazione francese di scherma a 14 anni, ma mia madre voleva che io prendessi la maturità, prima di lasciarmi partire. Ho dunque infestato i circuiti caraibici, panamericani, e centramericani dove ho vinto tutto, dove ho frequentato anche altre scuole di scherma, come quella dei Cubani. Ho adorato la loro follia, mi sono ispirata fino a forgiare il mio proprio stile.
Club Italie-France: Stella della scherma francese, soprannominata “La Guêpe”, Lei è la più grande schermitrice della storia di Francia. Come sente questo peso storico?
Laura Flessel: Ad oggi, sono anche la sportiva francese che ha ottenuto più medaglia ai Giochi Olimpici! Cinque medaglie, (2 ori, 1 argento, e 2 bronzi), dai Giochi di Atlanta nel 1996 – dove fui la prima spadaccina a scrivere il proprio nome sugli albi olimpici -, ai Giochi di Londra nel 2012, in qualità di portabandiera della squadra olimpica francese, passando per Sydney 2000, Atene 2004, e Pechino 2008. Sono stata ugualmente sei volte campionessa del mondo, campionessa d’Europa, doppiamente vincitrice del circuito delle coppe del mondo, e donna record francese, per le vittorie ottenute in coppa del mondo (21). Dopo ciascuno dei miei successi, anche i più strepitosi, mi sono sempre rimessa in discussione. Non mi sono mai riposata sui miei allori, ho accettato l’avversità, forzatamente più forte, quando sei il bersaglio da abbattere.
Ho osservato la concorrenza ed ho appreso da lei, ho accettato gli adattamenti necessari per durare nel tempo, per smarcarmi, per restare nella performance. È un lavoro di ogni istante, che deve iscriversi nella durata.
Ho appreso anche ad essere campionessa sulla pedana e fuori. Ho approfittato delle tribune d’espressione che mi sono state offerte, per condurre delle lotte che mi erano a cuore, in favore dei bambini, degli handicappati, delle donne. Ho dunque utilizzato questa cassa di risonanza, per moltiplicare le azioni umanitarie, caritatevoli, associative e civiche.
Club Italie-France: Nel maggio 2017, lei è stata nominata ministro dello Sport nel governo di Edouard Philippe. Quali sono, secondo lei, i momenti più importanti di questo apice di carriera politica?
Laura Flessel: Avevo già avuto modo di toccare con mano la politica francese durante il mio mandato quinquennale al Consiglio economico, sociale e ambientale (CESE). Anche se questa assemblea ha solo una funzione consultiva, mi ha permesso di comprendere bene il funzionamento della politica in Francia. Devo la mia permanenza al Ministero dello Sport ad un’intervista con il Presidente Emmanuel Macron poco prima delle elezioni del 2017. Avevo discusso con lui un progetto che mi stava a cuore, e per il quale stavo cercando fondi per realizzarlo. Si tratta dei Centri Sport-Salute, ovvero di come consentire, nello stesso luogo, alle persone con disabilità o obesità di ricostruirsi praticando attività sportive con attrezzature adatte, sotto la supervisione di professionisti della salute. Il presidente Macron ha trovato l’idea geniale e ha voluto crearne mille! Noi abbiamo evocato anche della necessità di rivedere la governance dello sport in Francia, regolata da leggi che per lo più hanno più di 60 anni!
Con il mio gabinetto abbiamo quindi dato vita a questi progetti e ad altri, come un’unità dedicata allo sport di altissimo livello, all’interno dell’Agenzia Nazionale dello Sport, che ho affidato a Claude Onesta. I ministri che mi hanno succeduto hanno fortunatamente portato avanti i progetti avviati e sono stati creati i Centri Sport-Salute. Avevo anche avviato, per alcuni progetti, un trattamento trasversale dei fascicoli. Questo mi ha permesso di coinvolgere maggiormente i ministeri interessati: il Ministero della Salute per lo sport-salute, il Ministero della Disabilità per lo sport per disabili, il Ministero degli Affari Esteri per la diplomazia sportiva e il Ministero dell’Istruzione per l’educazione attraverso lo sport.
Questo approccio non ha precedenti, poiché i ministeri hanno una visione e un modus operandi verticale. Una visione innovativa per promuovere lo sport per tutti, ovunque, e per tutta la vita. Per promuovere l’inclusione attraverso lo sport e la pratica dello sport adattato. In Francia, lo sport rappresenta il 2% del PIL, ma in politica è quasi inesistente. La mia idea era di metterlo un po’ più al centro dei dibattiti, soprattutto dopo aver ottenuto l’organizzazione dei Giochi Olimpici e Paraolimpici di Parigi 2024.
Club Italie-France: Sport e inclusione sociale. Oggi gran parte della popolazione ne è esclusa. Si tratta delle persone con disabilità. Nonostante gli sforzi compiuti a livello mondiale, la strada da percorrere è ancora lunga. Da un lato bisogna combattere l’esclusione e l’indifferenza, dall’altro bisogna sviluppare un’industria che permetta l’accesso e l’utilizzo di macchine specifiche. Quali sono, secondo lei, le soluzioni che gli attori pubblici e privati dovrebbero mettere in atto per dare una nuova speranza ai disabili?
Laura Flessel: Più risorse, in tutti i settori, è ovvio! Dal punto di vista finanziario, ovviamente, ma anche dal punto di vista educativo. Questo lavoro educativo deve essere fatto nei confronti delle giovani generazioni, in modo che possano sensibilizzare le generazioni più anziane, purtroppo ancorate ad abitudini inadatte all’inclusione della disabilità nella vita quotidiana. Prendo ad esempio i parcheggi per disabili, costantemente utilizzati da automobilisti normodotati irrispettosi. Sono sconcertata da questi crescenti atti di inciviltà! E poiché la sensibilizzazione non funziona (ad esempio, la campagna “Tu prendi il mio posto, prendi la mia disabilità”), abbiamo bisogno di un arsenale di sanzioni più dissuasivo. Queste inciviltà sono in linea con la percezione che i francesi hanno delle persone con disabilità. È un argomento che non li riguarda veramente, perché la maggioranza non si sente preoccupata. Per questo è essenziale che cambi il modo in cui la disabilità viene vista nella nostra società.
Durante il mio periodo al Ministero dello Sport, ho lavorato molto con Sophie Cluzel, responsabile del Ministero della Solidarietà, dell’Autonomia e dei Disabili. Ho cercato di educare le persone sui benefici dello sport nella vita quotidiana, sia come cura che come misura preventiva. L’idea è quella di promuovere la salute, sviluppare attività indoor e outdoor, creando luoghi di inclusione attraverso lo sport. I Centri Sport-Salute provvedono in parte a questo, ma dobbiamo andare oltre, utilizzando ad esempio il potere dei media.
Quando ero presidente della Commissione Etica e Valori dello Sport del Consiglio Nazionale dello Sport, ho lanciato la “24H du Sport au féminin”, che da allora è diventata la “Journée internationale du sport féminin”. L’idea era di chiedere a tutti i media di raccontare lo sport femminile per 24 ore. Ciò che ha funzionato per le donne può funzionare perfettamente per i disabili!
Il potere dei media permetterebbe di dare risalto alle persone con disabilità, prima per 24 ore, poi per tutto l’anno, perché a dieci anni dal lancio della “24 ore delle donne nello sport”, si è registrato un netto aumento del numero di servizi sulle donne, e questo per tutta la durata dell’anno. Per i disabili, ciò consentirebbe di comprendere meglio le loro difficoltà quotidiane, di sensibilizzare il pubblico in generale, di trovare soluzioni per una migliore inclusione insieme. Una sorta di brainstorming su scala nazionale, perfino internazionale, unito a una vera e propria presa di coscienza collettiva!
Club Italie-France: Ha qualche progetto attuale, che lega la Francia e l’Italia?
Laura Flessel: Consentire l’impiego, nei nostri due Paesi, di macchine appositamente create per la pratica sportiva quotidiana, da parte di persone con disabilità, sarebbe un primo progetto favoloso! Poi lanciare la “24H di Sport & Disabilità” sui media italiani e francesi sarebbe un secondo progetto altrettanto favoloso!
Club Italie-France: Quale è, di tutti i suoi successi, quello che la rende più fiera?
Laura Flessel: Il mio più grande risultato, la mia più grande medaglia d’oro, è stato dare alla luce nostra figlia Leïlou, 21 anni fa! Così facendo, mi sono realizzata pienamente, passando da sportiva a campionessa, e poi a madre realizzata!
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Intervista del
15 Dicembre
Informazioni
Pluripremiata stella del palcoscenico mondiale della scherma
ex ministro dello sport nel governo di Édouard Philippe, sotto la presidenza di Emmanuel Macron. Schermatrice, è cinque volte medaglia olimpica e ha vinto due medaglie d'oro della spada femminile alle Olimpiadi di Atlanta nel 1996
