Club Italie-France: Intervista a Fabio Conversi - 2023

Fabio Conversi

Club Italie-France: Lei è un mediatore tra l’Italia e la Francia, dove ha fondato la società di produzione Babe con base a Parigi. Come le è venuta questa idea di fondare Babe?

Fabio Conversi: Dopo aver realizzato tre film come regista, rendendomi conto che non sarei mai diventato come quelli che adoravo, come Bellocchio, ho pensato di render utile a giovani registi che avessero più talento, e proteggerli con l’esperienza maturato con questo lavoro, dopo tanti anni. “Babe” è la prima società che ho creato, in Francia, e poi ne ho un’altra in Italia, che si chiama “Bottega Film”. Ciò mi permette di lavorare sui due territori e chiaramente dipende molto dal punto d’inizio del progetto; se è francese, bisogna cercare di trovare delle connessioni, perché possa interessare anche il mercato italiano o viceversa.

Club Italie-France: Lei ha cominciato la sua carriera come regista. Da cosa è derivata la scelta di passare alla produzione? Come cambia il punto di vista del produttore rispetto a quello del regista di fronte ad un lavoro cinematografico?

Fabio Conversi: Per quello che è il mio modo di fare il produttore, è quasi lo stesso punto di vista, è l’incontro con delle persone, con degli autori, o con un libro e quindi il desiderio che questo progetto diventi un’opera cinematografica o da qualche anno, una serie televisiva. Faccio l’esempio del libro di Joël Dicker, “La verità sul caso Harry Quebert”; un libro che tutti volevano, mi sono battuto tre anni per averne i diritti; un libro di 750 pagine, ridurlo ad un film cinematografico, anche di due ore e mezzo, lo avrebbe completamente snaturato. Quindi la sua sede naturale era una serie televisiva, che ha molto cambiato quello che prima intendevamo per serie televisiva, ora io qualche volta preferisco chiamarlo un film in quattro puntate. In quel caso, fu realizzato da Jean-Jacques Annaud, che è un grande regista di cinema, per cui il punto d’inizio è sempre lo stesso: la voglia, essendo io prima di tutto un grande appassionato, di vedere un libro, un’idea, una sceneggiatura, diventare un’opera audiovisiva.   

Club Italie-France: Ci sono dei registi e degli attori che l’hanno particolarmente inspirata?

Fabio Conversi: Da giovanissimo, ho lavorato per Comencini, per Scola, per i Taviani, che ho seguito nel tempo. Però, nell’assoluto, Marco Bellocchio è quello che mi ha impressionato di più, nella mia carriera.

Club Italie-France: Come viene considerato in Francia il cinema italiano? E come viene considerato quello francese in Italia? Quali sono le peculiarità e le caratteristiche di questi due paesi in tema di cinematografia?

Fabio Conversi: In Francia, c’è un appoggio alla produzione nazionale molto più solido. Ad esempio, Unifrance, fa un lavoro incredibile, per la promozione del film francese nel mondo, organizzando Festival, facendo viaggiare i talenti, i registi, gli attori, per cui è molto più semplice identificare degli attori francesi all’estero, grazie al lavoro di Unifrance. In Italia, siamo un pochino in ritardo su questo punto di vista. In Francia amano molto il vecchio cinema italiano, pero per quella che è la mia esperienza, quando produssi “Romanzo criminale”, dei film di Daniele Luchetti come “Mio fratello è figlio unico”, poi chiaramente Paolo Sorrentino, dal “Il divo” in poi, è diventato un riferimento all’internazionale in assoluto, c’è sempre un’attenzione, così come per Bellocchio, Crialese. Il percorso di un film riesce ad arrivare ad un primo pubblico. Quello che spesso manca è un sostegno per amplificare la qualità del progetto, e raggiungere quindi un pubblico più largo. 

Club Italie-France: Sarebbe possibile secondo lei aumentare le partnerships cinematografiche tra Francia ed Italia? Come potrebbero influenzarsi mutuamente i terreni artistici dei due paesi?

Fabio Conversi: Credo che in questo momento ci sia un’altissima collaborazione tra i due Paesi. Poi ogni volta, chiaramente, dipende dal progetto. Quarant’anni fa, quando si faceva “Il sorpasso”, era assolutamente normale che Jean-Louis Trintignant fosse doppiato e recitasse il ruolo di un giovane romano. Oggi non sarebbe più credibile o accettato dal pubblico, per cui in fase di sceneggiatura per avere un sostegno degli establishment dei due Paesi, bisognerebbe che la storia si presti. Sempre di più, si cerca di lavorare in questo senso, trovo che escano molti film francesi in Italia, un po’ meno film italiani in Francia.

Club Italie-France: Secondo lei, le piattaforme come Amazon Prime Video e Netflix possono fare una sorta di « concorrenza sleale » al mondo del Cinema? Nota un progressivo disinteresse del pubblico nei confronti del cinema di qualità rispetto al passato? Se si, di quale aiuto avrebbe bisogno il mondo del cinema rispetto a queste nuove sfide legate all’avanzare della tecnologia e dei giganti americani?

Fabio Conversi: Io penso che la pandemia è stata un’accelerazione enorme per la penetrazione delle piattaforme nella vita di tutti quanti. Però è anche vero che con il perfezionarsi degli apparecchi domestici, la taglia dei televisori, la qualità del suono a casa, e spesso una qualità medio-bassa del parco sale, penso alle famiglie normali con uno stipendio normale, uscire e spendere 15,00 euro e spesso cadere in piccole sale dove, la proiezione, certo non aiuta. Ora le piattaforme, sono un’ulteriore forma di finanziamento per le opere; quando Scorsese, Cuarón, Sorrentino lavorano per le piattaforme, il livello dell’opera rimane altissimo, e non impedisce di partecipare a Festival o addirittura agli Oscar. Secondo me la concorrenza in qualche modo è sempre sana, perché la concorrenza è uno stimolo, e questa frase che io ho sentito spesso, e che mi sembra evidente, specialmente nel nostro mestiere, il cinema, noi ci occupiamo di un’industria di prototipi, ogni volta ricominciamo tutto da capo, ed il fatto che ci sia una concorrenza importante, io la prendo come uno stimolo.   

Club Italie-France: Lei ha prodotto “La Grande Bellezza”, film che vinse l’Oscar. Secondo lei, questo film ha cambiato la percezione del cinema italiano in Francia e all’estero? Possiamo parlare di una rinascita del cinema italiano?

Fabio Conversi: Io penso che Paolo Sorrentino, che è un grandissimo autore, regista, abbia aiutato moltissimo l’eco del cinema italiano, nel mondo. Paolo era già molto noto in Francia, e mi ricordo che vincemmo anche un premio, importante a Cannes per “Il divo”; però Paolo ha avuto la forza, il coraggio, la costanza, di perseverare sulla sua linea artistica, di non cedere mai a tentazioni o nemmeno farsi influenzare dalle critiche più difficili all’inizio della sua carriera. Questo mi fa pensare, mi fa sperare, che la qualità comunque, prima o poi, paghi sempre.

Club Italie-France: Quali sono i suoi prossimi progetti? C’è un film che sognerebbe di produrre, ma non ci è ancora riuscito?

Fabio Conversi: Ci stiamo avvicinando alle riprese della serie tratta dal film “Un profeta”, scritta la serie dagli stessi autori, serie che gireremo anche in grossa parte in Italia. Poi ho sviluppato altri progetti, di un autore italiano che amo molto, Luca Di Fulvio, altra anomalia del nostro Paese, questo scrittore straordinario considerato Ken Follett, in Germania ha venduto 1 milione e mezzo di copie con questo libro, in Francia 400.000 copie, in Italia non lo conosce nessuno. C’è una bellissima serie su Nostradamus, ma carissima, tanti progetti, e devo dire che non ho mai pensato al giorno in cui smetterò. Il più grande sogno che ho, sarebbe adattare “Il pendolo di Foucault”, di Umberto Eco.

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Intervista del

6 Marzo

Informazioni

regista, produttore, produttore esecutivo, co-produttore e direttore della fotografia
Produttore di successi internazionali come "Il divo" "ACAB All cops are bastards" e "La grande bellezza".
Daisy Boscolo Marchi - Club Italie-France - Manager
A cura di
Daisy Boscolo Marchi