
Elsa Fornero
” Quando si ha un forte debito e si dipende, giorno dopo giorno, dalla disponibilità dei creditori di continuare a finanziarlo è troppo facile imputare ad altri i sacrifici necessari per correggere precedenti politiche avventate.”
Club Italia-Francia: Sotto il governo Monti nel 2011 ha dovuto alzare l’età della pensione a 65 anni e applicare le riforme reclamate da Bruxelles per evitare all’Italia il commissariamento toccato alla Grecia. Dopo più di 6 anni dalla sua legge pensa che l’Italia possa ora affrontare il futuro con maggior slancio e ottimismo?
Elsa Fornero: Le riforme non solo sono state richieste da Bruxelles ma soprattutto sono state imposte dalla situazione di gravissima crisi finanziaria del Paese. Quando si ha un forte debito e si dipende, giorno dopo giorno, dalla disponibilità dei creditori di continuare a finanziarlo è troppo facile imputare ad altri i sacrifici necessari per correggere precedenti politiche avventate. In ogni caso, anche grazie a quella riforma, la situazione oggi è strutturalmente cambiata e si può guadare al futuro con un briciolo di fiducia, pur nella consapevolezza che occorre preservare, e non rinnegare, ciò che in questi anni è stato fatto, inclusa la riforma pensionistica del 2011.
Club Italia-Francia: Professoressa, economista, Ministro del lavoro, delle politiche sociali e delle pari opportunità, consigliere di amministrazione in alcune società, membro di molte commissioni di studio e di think tank europei. Ha anche ricevuto nel 2013 il Premio Ezio Tarantelli per la migliore idea economica dell’anno. Una carriera eccezionale per una donna fuori dal comune, ma anche moglie e madre. Che consigli potrebbe dare a tutte le donne che, con grande fatica e sacrificio ma anche forza, passione e ambizione, cercano di conciliare vita professionale e privata?
Elsa Fornero: Non ci sono garanzie né formule certe di successo in un paese in cui, forse più che in altri, la professionalità, la competenza, lo spirito critico, e l’indipendenza di giudizio delle donne sono spesso guardate con sospetto. Le donne devono imparare a lottare senza demoralizzarsi come la vicenda del “me too” sta dimostrando.
” Il pensionamento anticipato concesso alle donne come gratificazione con lo scopo di farle tornare al “focolare domestico” ha in realtà giocato contro la carriera delle donne in quanto la possibilità di ritirarsi prima dal lavoro finiva per sfavorire la loro carriera e relegarle al ruolo di “second earner” nella famiglia e a tutto vantaggio delle carriere maschili.”
Club Italia-Francia: Il tasso di occupazione femminile sta crescendo e ha raggiunto il 48,8% nel 2017 (66,8% per gli uomini). Tuttavia, per integrare a pieno le donne italiane nel mercato del lavoro c’è ancora molta strada da fare: in base ai dati Eurostat, l’Italia è agli ultimi posti nel confronto europeo. Nel 2016 30.000 donne hanno dato le dimissioni dal posto di lavoro in occasione della maternità, anche per mancanza di posti all’asilo nido (22 ogni 100 bambini tra 0 e 3 anni, ben al di sotto dei 33 posti indicati come obiettivo strategico dalla Unione europea). Un quadro che non migliora se si guarda le donne alla guida di un’azienda: solo il 21,8%. Secondo la sua esperienza quali sono le misure sociali ed economiche che potrebbero dare maggior opportunità alle donne?
Elsa Fornero: La situazione illustrata nella domanda è anche il frutto di una spesa sociale fortemente sbilanciata a favore delle pensioni, molto più che in altri paesi europei. Il pensionamento anticipato concesso alle donne come gratificazione con lo scopo di farle tornare al “focolare domestico” ha in realtà giocato contro la carriera delle donne in quanto la possibilità di ritirarsi prima dal lavoro finiva per sfavorire la loro carriera e relegarle al ruolo di “second earner” nella famiglia e a tutto vantaggio delle carriere maschili. La mancanza di “servizi di cura” organizzati in maniera efficiente e diffusa sul territorio ha di fatto costretto moltissime donne a rinunciare al lavoro alla nascita del secondo, se non del primo figlio oppure a rinunciare alla maternità. Bisogna invertire questa tendenza anche perché in futuro non saranno più così disponibili le “badanti” dell’Est a coprire le inefficienze della nostra spesa sociale.
Club Italia-Francia: L’Italia si prepara a nuove elezioni politiche il prossimo 4 marzo. Il centrodestra vorrebbe abolire la legge 214 del 22 dicembre 2011 cosiddetta “Legge Fornero”. La soglia attuale di accesso alla pensione di anzianità è per tutti i lavoratori di 66 anni e sette mesi d’età. Salirà a 67 anni dal 2019, ossia quattro anni in più per le lavoratrici del privato. L’Europa chiede la parificazione dell’età tra uomini e donne. La sua riforma ha già contribuito alla sostenibilità del sistema pensionistico, realizzando una riduzione della spesa complessiva. Qual è la sua posizione oggi e come pensa che l’Italia possa migliorare la sua situazione?
Elsa Fornero: La parità dell’età di pensionamento è già legge, un adeguamento alla situazione europea, oltre che un principio sacrosanto. Oltre a questo, la parità deve comprendere anche l’eguaglianza di opportunità nel mercato del lavoro e non compensazioni a posteriori come il pensionamento anticipato. Questo può voler dire che durante i periodi di assenza strutturale dal lavoro (maternità, ecc.), maggiori per le donne rispetto agli uomini, lo stato dovrebbe versare i contributi pensionistici mettendoli a carico della fiscalità generale.
Club Italia-Francia: L’edizione 2018 del CES a Las Vegas, oltre ai mega-stand dei bigdell’elettronica e alle principali anticipazioni sui gadget del prossimo futuro, accoglie per la prima volta una delegazione di startup innovative del Made in Italy che punta all’eccellenza nella tecnologia ed innovazione. Come si trasforma il mercato del lavoro? L’Italia è pronta per gareggiare nella competizione mondiale 4.0 e creare opportunità?
Elsa Fornero: Questa è la vera sfida che abbiamo di fronte, per vincere la quale occorre andare ben al di là del “chiodo fisso” delle pensioni. Sappiamo che nel medio periodo le innovazioni tecnologiche hanno sempre determinato non solo un aumento dei beni e servizi ma anche un’occupazione nuova. Nel breve periodo però l’occupazione tende a diminuire, e magari anche a perdere qualità in conseguenza dell’innovazione. La risposta deve collocarsi su due binari paralleli: il primo è un’efficiente rete di protezione sociale per i lavoratori che perdono l’impiego a seguito dell’innovazione (Le ricordo che l’ASPI è stata introdotta dalla riforma del lavoro che porta il mio nome), il secondo richiede che si punti davvero sulla formazione professionale e sull’istruzione. Nessun Paese è veramente pronto alla competizione mondiale 4.0, molti hanno cominciato a muoversi lungo questa difficile strada, l’Italia non è tra gli ultimi ma ha ancora molto da fare.
Club Italia-Francia: Nel ranking delle prime 100 università al mondo, gli USA sono presenti con 31 università e un solido sistema universitario offre ottime opportunità ai neolaureati. Segue il Regno Unito con 14 atenei tra i primi cento mentre la Germania ne vanta 8 e l’Italia uno: il Politecnico di Milano. Come l’Italia può migliorare la sua performance, investire sulla formazione dei giovani, offrire opportunità di studio e di lavoro?
Elsa Fornero: I mali dell’Università sono anche lo specchio del più generale declino italiano (rispetto alla media degli altri Paesi) che ci caratterizza da vent’anni: scarsità di risorse – poiché la formazione non è una delle priorità del Paese, lo sport, a esempio, riceve finanziamenti pubblici molto maggiori di quelli per il finanziamento della ricerca – una certa “chiusura” del mondo universitario, un’ancora insufficiente valorizzazione del merito (anche se occorre dire che l’Università si è aperta forse prima di altre istituzioni pubbliche alla valutazione della propria attività sia didattica sia di ricerca). Correggere queste debolezze strutturali non è facile in quanto si tratta di problemi di lungo termine mentre la politica – e anche l’opinione pubblica – danno sempre la priorità agli obiettivi di breve termine.
Club Italia-Francia: In un paese dove non è purtroppo insolito vedere trentenni vivere a casa dei genitori e con un lavoro (quando c’è) malpagato, giovani che vogliono -malgrado loro- emigrare per ambire ad una vita migliore, dove a 35 anni uno viene considerato troppo giovane per assumere grande responsabilità (ben lontano dal modello Macron!), pensa che questa situazione sia dovuta ad un modello culturale, sociale o economico obsoleto? Quali sono le misure che proporrebbe per stimolare la crescita e il cambiamento?
Elsa Fornero: Con la risposta alla prima domanda mi riallaccio al punto precedente: si tratta di destinare più risorse alla ricerca, all’innovazione e alla formazione. All’interno di quest’ultima, un posto importante è quello dell’educazione economico-finanziaria a cominciare dalla classe politica per arrivare alla popolazione tutta. Al secondo posto collocherei la scarsa efficienza della Pubblica Amministrazione il cui basso livello è stato un importante fattore di scoraggiamento degli investimenti in Italia non solo delle imprese italiane ma anche di quelle estere; in questo campo un ruolo particolare deve spettare alla riforma della giustizia civile. Più in generale, è importante un miglioramento nel funzionamento di tutte le istituzioni, comprese quelle di “governance pubblica” e i cosiddetti “corpi intermedi” (sindacati e rappresentanze delle imprese).
” L’Italia può pensare di avere “crediti” a livello europeo i quali, se non vanno a sconto della sua “indisciplina fiscale” danno però autorevolezza ai tavoli nei quali l’Europa dovrà discutere del proprio futuro e dei suoi rapporti con i paesi emergenti.”
Club Italia-Francia: L’Italia rimane uno dei pilastri dell’Idea Europa, il Brexit ha ridimensionato la spinta nazionalista e populista in Francia e in Italia. In Austria la recente elezione di Sebastian Kurz del Partito popolare conservatore austriaco (Övp) potrebbe minare le possibilità di una riforma del sistema istituzionale europeo. L’Austria presidierà dal prossimo luglio 2018 il Consiglio dell’Unione europea. Qual è il ruolo dell’Italia e come modello può proporre?
Elsa Fornero: L’Italia ha un’importante tradizione sul piano europeo ma il ruolo se lo deve conquistare, o meglio riconquistare, in quanto esce dalla Grande Recessione con un’influenza indebolita nell’Unione Europea. Questa riconquista procederà parallelamente al miglioramento dei suoi dati economico-istituzionali fondamentali. In questo quadro non va dimenticato il generoso ruolo italiano nell’emergenza immigrazione. Per questo l’Italia può pensare di avere “crediti” a livello europeo i quali, se non vanno a sconto della sua “indisciplina fiscale” danno però autorevolezza ai tavoli nei quali l’Europa dovrà discutere del proprio futuro e dei suoi rapporti con i paesi emergenti.
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Intervista del
24 Settembre
Informazioni
Economista e Personalità Politica
Dal 16 novembre 2011 al 28 aprile 2013 ha fatto parte del Governo guidato da Mario Monti, in qualità di Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali con delega alle Pari Opportunità. In tale ruolo ha realizzato la riforma delle pensioni e quella del mercato del lavoro (approvate dal Parlamento rispettivamente a fine 2011 e a metà 2012). Ha all'attivo, oltre a una intensa attività pubblicistica e di invited speaker, molte pubblicazioni sui sistemi previdenziali pubblici e privati e sulle loro riforme; sull'invecchiamento della popolazione; sul risparmio delle famiglie; sulle decisioni di lavoro e di pensionamento. Negli ultimi anni si è molto dedicata al tema dell’educazione economico-finanziaria, come strumento per migliorare le decisioni degli individui nel ciclo di vita e la loro più piena partecipazione alla vita democratica.
