Club Italie-France: Intervista Dominique Fernandez - 2019

Dominique Fernandez

Club Italia-Francia: Le persone spesso si chiedono: perché scrivere? È un desiderio o un bisogno?

Dominique Fernandez : È un bisogno assoluto. Scrivo da quando avevo 11 anni. Ero un bambino infelice e scrivere mi permetteva di isolarmi in un mondo tutto mio, estraneo agli adulti. Da quel momento scrivo tutti i giorni.

Per me, l’Italia inizia a Napoli e arriva fino in Sicilia. Il resto è Europa.

Club Italia-Francia: Lei conosce molto bene l’Italia e in particolare Napoli, dove ha vissuto. Qual è la cosa più importante che questa città le ha insegnato?

Dominique Fernandez: Amo Napoli. Per me, l’Italia inizia a Napoli e arriva fino in Sicilia. Il resto è Europa. Forse un’Europa più bella, ma a Roma si vive come a Milano, a Firenze ed a Parigi. Invece a Napoli si vive alla napoletana. Conosco questa città da 60 anni ed è l’unica città in Europa a non essere cambiata. I piccoli negozi nel centro della città non sono stati sostituiti dai supermercati, e poi c’è l’affetto delle persone. Qui, tutto si basa sui rapporti personali: le Istituzioni e lo Stato non sono molto presenti, è necessario conoscere una persona che ti aiuti se hai un problema. Quando vivevo a Napoli insegnavo all’Institut Français, e se magari dovevo ritirare una raccomandata, mi ricordo che andando allo sportello dell’ufficio postale, era impossibile ritrovarla. Era sempre necessario andare a vedere il cugino della persona che stava allo sportello, e poi tutto si risolveva in un batter d’occhio. Napoli è una specie di tribù, e ciò che è sorprendente è che da quando la conosco, nulla è cambiato. Questa città mi ha insegnato a non vivere solo basandomi sulle leggi, le regole, le istituzioni, ma anche a cavarmela da solo, ad essere buono con le persone, gentile e umano.

Club Italia-Francia: Lei ha pubblicato un libro – Il Viaggio d’Italia – in cui ha espresso la sua passione per l’Italia, Roma e Napoli. C’è una città molto importante per gli italiani, Firenze, che il suo libro sembra passare in silenzio. Perché?

Dominique Fernandez: Ho dedicato un libro di ammirazione a Firenze, Il pedone di Firenze. Amo meno Firenze, è una città che trovo molto severa. Ma le sue opere d’arte e l’eredità che questa città ha donato al mondo intero sono qualcosa di straordinario. Questa piccola città nel XV e nel XVI secolo ha inventato tutto! Pittura, opera, banche. Ma rispetto a Napoli, a livello umano, non mi insegna nulla …

Club Italia-Francia: L’Italia è un paese dell’Europa meridionale, un’Europa che sembra sempre più americanizzata, un’Europa che a volte sembra negare le sue origini per “vincere” la lotta contro la globalizzazione. La “Dolce Vita” è forse una categoria mentale: è compatibile con l’Europa che oggi ci “imponiamo”?

Dominique Fernandez: Fino a Terracina, confine dell’antico Regno di Napoli, ci troviamo in Europa, nel mondo contemporaneo. Per fortuna, in Italia rimane questo immenso bacino, la Campagna, la Calabria, la Sicilia, che adoro. Il resto d’Italia non è più un paese del Sud.

Club Italia-Francia: Lei è uno scrittore ma le piace molto l’opera. Cosa lega queste due discipline?

Dominique Fernandez: Quando ero un giovane studente, disprezzavo l’Opera come tutti i giovani della mia generazione. Pensavamo si trattasse di una specie di circo, ci piaceva solo Mozart. Poi, una sera ho partecipato a “La Forza Del Destino” al San Carlo di Napoli. Ho pensato, che titolo ridicolo! Non conoscevo i cantanti e solo in seguito mi sono reso conto che erano i cantanti più famosi del mondo come Corelli e Bastianini, una serata storica! Ho scoperto qualcosa che non sapevo: l’opera fu inventata dal genio di italiani come Rossini e Bellini.

Club Italia-Francia: L’Académie française è la più antica istituzione in Francia. Ha ancora un senso oggi? È ancora in grado di rappresentare l’evoluzione della lingua e del corpo sociale?

Dominique Fernandez: L’Académie française ha un ruolo consultivo molto importante: creiamo il dizionario. Faccio parte della commissione dedicata al dizionario e ogni giovedì mattina ci ritroviamo a studiare le parole nel loro ordine alfabetico e a rivedere la loro definizione, perché il linguaggio evolve con il tempo, la storia e le tradizioni. Stiamo aggiornando una nuova edizione, che verrà pubblicata tra due anni, e poi ricominceremo. Questo è l’unico dizionario che riporta effettivamente l’evoluzione della lingua. Siamo un’organizzazione che ha come obiettivo quello di “verificare”, per evitare da un lato la conservazione di parole inutilizzate, e dall’altro arginare il lassismo, perché il linguaggio dei giovani ci pone problemi: il linguaggio dei giovani evolve molto rapidamente. Cerchiamo di definire le basi della lingua francese.

Club Italia-Francia: Sentiamo spesso parlare di Francofonia. È sorprendente vedere come molti scrittori oggi parlino francese. Perché la lingua francese è così amata? Qual è il contributo di questi scrittori francofoni alla lingua francese?

Dominique Fernandez: Il francese è una lingua parlata in tutto il mondo: si stima che in 20 anni ci saranno 700 milioni di francofoni, in particolare in Africa. Scrivere in una lingua locale per uno scrittore è impensabile, nessuno lo leggerà. Se si vuole avere un pubblico internazionale, si ha bisogno di una lingua come il francese. L’Accademie française ha pubblicato dei piccoli volumi che sono chiamati “dire e non dire” tratto dal dizionario, nei quali sono inserite in due colonne le espressioni corrette e quelle sbaglite. Ad esempio, non si dice “je travaille sur Paris”, ma ” je travaille à Paris “. Questo libro è tradotto in cinese, perché i cinesi sono molto presenti in Africa Nera e la lingua internazionale parlata è il francese.

C’est le fatalisme, qui est catastrophique sur le plan économique, mais pour les russes et les italiens l’important ce n’est pas forcément le culte de la réussite, c’est l’amour de la vie.

Club Italia-Francia: Lei ha pubblicato un “Dizionario d’Amore per la Russia”, un paese che conosce molto. Dice spesso che l’Italia e la Russia sono molto simili. Puoi spiegarci perché? A prima vista, questi paesi sembrano così diversi …

Dominique Fernandez: Dipende da quale Russia, ma io amo questo Paese e penso che la sua cultura sia la più ricca del mondo. C’è letteratura, musica, danza, opera, cinema. Mi piacciono i russi perché hanno molti difetti, ma hanno questa idea di libertà e la fantasia, non sono borghesi. Qui c’è un punto in comune con gli italiani: lo spirito borghese non esiste, possiamo dire che un napoletano assomiglia a un russo. Ad esempio, il giardino dei ciliegi di Anton Cechov è la storia di una famiglia povera che deve vendere la sua casa. Invece di trovare una soluzione per ripristinare le proprie finanze, non fanno nulla e si lasciano andare. Questa storia potrebbe accadere in Italia ed è molto comune allo spirito russo ed è esattamente l’opposto dello spirito anglosassone. È il fatalismo, che è catastrofico a livello economico, ma per i russi e gli italiani la cosa importante non è necessariamente il culto del successo, è l’amore per la vita.

Club Italia-Francia: Il Mare Nostrum è considerato un vero laboratorio di umanità, dove il passato illumina il presente. Anche Lei ha dedicato un libro al Mediterraneo, “Madre mediterranea”. Pensa che trovare il vero spirito del Mediterraneo possa dare nuova speranza all’Europa? Alla fine, cos’è il Mediterraneo?

Dominique Fernandez: È un’identità molto forte. Sciascia disse che la Sicilia dovrebbe separarsi dall’Europa e federarsi con Tunisia, Egitto, Malta, Libano, Grecia, perché condividono gli stessi valori più umani e meno individualisti. Ho una casa a Perpignan, al confine con la Spagna, e lì sento il calore mediterraneo, umano. Sono messicano di origine e il Messico è l’estensione del Mediterraneo.

Club Italia-Francia: Lei ha viaggiato molto. Ciò che si evince dalle sue opere è un’enorme apertura mentale e, cosa ancora più importante, la capacità di vedere in ogni paese ciò che è bello e non solo i difetti. Trova che in Europa ci sia una terribile disinformazione su alcune questioni attuali?

Dominique Fernandez: La disinformazione in Europa e in Francia è frequente e l’ignoranza diffusa. Si vede immediatamente se una persona ha viaggiato o meno. Ho viaggiato all’età di 18 anni, in Germania, Inghilterra, Italia e in tutto il mondo. Viaggiare ci insegna a vivere. Le persone che vivono solo nel loro piccolo villaggio o nel loro paese sono formattate. L’italiano o il francese medio è formattato. Vivere, conoscere persone e lingue ovviamente dà una certa apertura. La maggior parte dei giornalisti, non sanno niente: se guardiamo alle false informazioni che vengono fornite in Francia sulla Russia, è mostruoso. Sputiamo su Putin, che non voglio difendere, ma è un vero capo di stato e la Russia ha sempre avuto bisogno di un uomo forte per governare. Non è un paese come l’Italia o la Francia, paesi democratici. Non c’è mai stata democrazia in Russia, ci sono sempre stati uomini forti, perché è un territorio enorme e difficile da gestire. È necessario un governo autoritario.

Club Italia-Francia: Ha detto: “Non è il sesso che è importante. Non è la visione sessuale, è il fatto di essere rifiutati e diversi che danno uno sguardo critico alla società e ai valori accettati: la famiglia, la patria … Le opinioni dominanti, sono guardate con sospetto dall’omosessuale, come dal diverso”. Questa è un’opinione molto interessante. Anche le donne subiscono ancora pregiudizi in Europa (anche se alcuni non vogliono ammetterlo) e nel mondo. Qual è il suo rapporto con la lotta per i diritti delle donne? Pensa che in politica avremmo bisogno di più donne e più omosessuali per portare un pensiero più critico e completo ai valori della nostra società?

” Ciò che è interessante è che la lotta contro il maschilismo e il dominio dell’uomo era comune tra gli omosessuali e le donne, specialmente all’inizio del movimento.”

Dominique Fernandez: L’omosessuale è stato rifiutato dalla società per molto tempo. Le donne stanno combattendo per i loro diritti, ma non sono state respinte dalla società. Io, come omosessuale, ho sofferto molto. L’omosessuale ha uno sguardo critico verso i valori della società perché non riconosce i suoi valori. André Gide, uno scrittore omosessuale, fu il primo a denunciare il colonialismo e il culto della personalità in Russia: la sua lucidità e il suo spirito critico derivavano dal fatto che era omosessuale.

Per le donne la questione è diversa: non sono mai state rifiutate dalla società, ma sono state sottomesse. Ciò che è interessante è che la lotta contro il maschilismo e il dominio dell’uomo era comune tra gli omosessuali e le donne, specialmente all’inizio del movimento.

In politica come altrove, penso che dobbiamo evitare la trappola della parità assoluta. Non si deve assumere una donna in quanto donna, ma per le sue qualità. Ma è certo: non ci sono abbastanza donne nelle posizioni importanti.

Club Italia-Francia: Qual è il ruolo degli scrittori e degli intellettuali nell’affrontare la crisi culturale che stiamo vivendo oggi?

Dominique Fernandez: Un buon libro deve far progredire il mondo. I miei modelli sono Voltaires, Hugo, Zola, Montesquier, Sciascia, scrittori che hanno fatto cambiare le cose. Come scrittore, provo a scrivere libri che possano avere un peso sociale. Lo scrittore deve fare bene il suo lavoro e farlo al meglio che può. Possiamo sostenere alcune battaglie. Danielle Sallenave, per esempio, è una accademica che ha fatto un saggio breve e incisivo “Jojo les gilets jaunes”. Spiega che il popolo di Francia del basso che non ha mai avuto accesso alla scuola e alla cultura protesta con la Francia dell’alto, che non si è mai presa cura di loro. Nelle campagne in Francia troviamo il deserto. Danielle Sallenave è figlia di un’insegnante e ha avuto un’infanzia povera e trovo che con questo libro abbia giocato bene il suo ruolo di scrittrice e intellettuale.

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Intervista del

10 Giugno

Informazioni

Scrittore, Saggista
Famoso scrittore e italianista francese, è membro dell’ Académie française, alla cattedra di Jean Bernard.
Daisy Boscolo Marchi - Club Italie-France - Manager
A cura di
Daisy Boscolo Marchi