
Dario Nardella
Club-Italie France: Nel 2014, lei era deputato a Roma e ha dato le dimissioni per candidarsi alle elezioni comunali a Firenze. Dopo cinque anni, si candida per un secondo mandato, dimostrando che cinque anni sono in realtà un periodo troppo breve per cambiare una città. Quali sono i precedenti progetti su cui desidera continuare a lavorare durante la prossima legislatura e quali sono i nuovi progetti che desira avviare? Quali sono gli elementi di sofferenza che persistono a Firenze nonostante il suo impegno politico in questi ultimi cinque anni?
Dario Nardella: Firenze ha trasformato il suo volto in questi ultimi anni, grazie a progetti di riqualificazione molto importanti e all’inaugurazione delle due linee del tram su cui nessuno avrebbe scommesso. Eppure, abbiamo vinto la scommessa. Ora, miriamo a completare il sistema tranviario, è un lavoro da portare a termine e vogliamo farlo per una Firenze europea sostenibile.
Club Italie-France: A Firenze, ha istituito un «patto per la natalità» tramite l’assegnazione di un bonus di 2000 € alle famiglie per ogni figlio nato. Tale sistema è perfezionato in modo da garantire una progressività per proteggere le famiglie a basso reddito. Ha sottolineato che il declino demografico in Italia non è legato al fatto che «non vi siano asili nido o scuole materne, ma al fatto che il paese non aiuti abbastanza la donna nell’esperienza della maternità». La ripresa demografica in Italia (e in Europa) passa anche attraverso il sostegno alla causa delle donne e all’uguaglianza di genere?
Dario Nardella: Assolutamente. Questo governo utilizza la famiglia come uno slogan, e al contempo riduce il bonus per le babysitter e le strutture per l’infanzia. Il bonus per i neonati non è certo una misura definitiva di per sé, poiché il problema ha radici più profonde e cause che non dipendono dal governo locale, ma costituisce un passo importante nella costruzione di una strategia di incentivazione alla natalità e quindi al sostegno della maternità.
“Sono favorevole ad uno sviluppo infrastrutturale sostenibile, per una città all’avanguardia del progresso“.
Club Italie-France: Attualmente, il TGV Torino-Lione è un argomento molto discusso. Anche a Firenze ha la sua “questione TGV”. Il suo avversario, Ubaldo Bocci, ha concesso un’intervista in cui definiva inutile la linea di collegamento sotterranea ad alta velocità che collega il nord e il sud di Firenze. Ci sembra evidente che le infrastrutture siano necessarie per lo sviluppo di un paese o di una regione. Perché ci sono opinioni così contrastanti sulle linee ad alta velocità? Qual è la sua posizione sullo sviluppo delle infrastrutture, con particolare riferimento al TGV a Firenze?
Dario Nardella: Sono favorevole ad uno sviluppo infrastrutturale sostenibile, per una città all’avanguardia del progresso. Il TGV rappresenta un elemento essenziale di un sistema di trasporto integrato. È fondamentale liberare le vie di superficie per utilizzarle nella creazione di un servizio metropolitano che consenta ai cittadini di Firenze e ai pendolari di lasciare le loro auto a casa.
Club Italie-France: Firenze si afferma in quanto centro economico straordinario: in dieci anni è diventata la capitale mondiale della pelletteria di lusso. Altri dati incoraggianti includono un tasso di occupazione del 71,9% (la seconda città d’Italia) e un tasso di disoccupazione del 5,4%. Sembra che si stia assistendo a una nuova Rinascita fiorentina. Quali sono i segreti di questo successo?
Dario Nardella: Il ciclo economico di Firenze è positivo rispetto al resto d’Italia. Abbiamo avviato una serie di investimenti pubblici positivi che hanno generato occupazione. Vogliamo continuare tale politica, poiché riteniamo che possa generare più di 200 posti di lavoro nei prossimi cinque anni, Le risorse per la costruzione delle linee tranviarie, il sostegno economico per la creazione di una nuova pista aeroportuale, un sistema urbanistico certo ed efficace sont condizioni fondamentali per sostenere il mondo del lavoro.
“Ho dichiarato fin dall’inizio della campagna che le questioni ambientali sarebbero state una priorità assoluta.”
Club Italie-France: Il tema dell’ambiente preoccupa l’opinione pubblica, ma la giovane attivista “Greta“ ci ha ricordato quanto sia assolutamente insufficiente e spesso ipocrita l’azione delle istituzioni in questo campo. È anche vero che il cambiamento, per essere efficace, deve partire dalla base, in particolare dai cittadini e, di conseguenza, dal “primo cittadino”, ovvero il sindaco. Quale importanza avranno nella sua campagna elettorale i temi dell’inquinamento e dell’ambiente a Firenze?
Dario Nardella: Ho dichiarato fin dall’inizio della campagna che le questioni ambientali sarebbero state una priorità assoluta. A tal fine, abbiamo sviluppato un programma completamente “green”, con obiettivi ambiziosi quali l’adozione della direttiva “plastic free” ma anche aumentando gradualmente il valore medio di riciclaggio al 75%, oltre a continuare gli investimenti nelle aree verdi urbane e nei parchi urbani.
Club Italie-France: Caterina de Medici è nata a Firenze 500 anni fa e in seguito è diventata regina di Francia. Questo è solo uno dei numerosi episodi che collegano l’Italia alla Francia. Secondo lei, perché l’asse franco-italiano è ancora così debole? Qual è il contributo che i sindaci e le autorità locali possono offrire per creare legami solidi a livello europeo?
Dario Nardella: L’asse franco-italiano mi sembra tutt’altro che debole: la Francia e l’Italia sono il secondo partner commerciale l’uno dell’altro. La Francia è il secondo mercato degli investimenti italiani all’estero e il terzo investitore in Italia. Questi dati si basano su una tradizione secolare di relazioni, anche culturali. Qui a Firenze, ci sono numerosi gruppi francesi di successo: LVMH e Kering (proprietari rispettivamente di Pucci e Gucci) nel settore della moda, Gest (gruppo RATP), che gestisce i nostri tram, e Thales, nel settore dell’elettronica.
Sono convinto che il ruolo dei sindaci sia fondamentale nelle relazioni internazionali. Firenze è sempre stata una città internazionale e ha avuto un sindaco, il cui esempio mi ispira ogni giorno, Giorgio La Pira, che fin dal dopoguerra credeva nel ruolo dei sindaci nel rafforzare i legami tra i paesi. Firenze è gemellata con Reims, ma la città metropolitana di Firenze ha anche buoni rapporti con Lione e numerose municipalità della nostra regione sono gemellate con municipalità francesi.
Club Italie-France: Sono numerosi coloro (anche tra gli europeisti) che affermano che la politica di Merkel abbia privilegiato esclusivamente gli interessi della Germania. Anche Romano Prodi (che certamente non possiamo definire populista) ha dichiarato in un’intervista che “oggi non c’è più un’unione di minoranze in cui nessuno prevarica, ma piuttosto una Germania onnipotente che detta le regole agli altri paesi”. La sinistra, italiana ed europea, non è stata troppo morbida con questo tipo di Europa, diventando essa stessa causa dell’avvento dei populisti al potere? A tal proposito, quale tipo di autocritica il governo Renzi dovrebbe fare?
Dario Nardella : Renzi ha compreso più degli altri l’importanza di avere un Presidente del Consiglio influente in un’Europa che, basandosi su un processo ancora molto intergovernativo, è fortemente influenzata dalle relazioni di potere tra gli Stati. Il governo Renzi ha consolidato i suoi eccellenti rapporti con Germania e Francia, ottenendo posizioni prestigiose nonché una certa flessibilità e cooperazione. Personalmente, attribuisco l’avanzata dei populisti e dei sovranisti sia all’effetto della crisi globale, da un lato, sia ai problemi derivanti dall’approccio intergovernativo, dall’altro. Questi elementi hanno impedito al progetto europeo di decollare.
Club Italie-France: Riguardo all’Italia e alla Francia in Europa, le elezioni europee di maggio saranno dedicate alla collaborazione tra il Partito Democratico italiano e En Marche, al fine di ampliare le alleanze progressiste all’interno del Parlamento Europeo. Condivide la linea adottata dal Partito Democratico per cercare di “rifondare” l’Europa?
Dario Nardella: Certamente. Come ho già detto, dobbiamo dare all’Unione Europea delle prerogative più ampie per rispondere in modo più efficace alle richieste dei cittadini europei. Pensiamo al tema del dumping sui costi del lavoro e sulla fiscalità, alla mancanza persistente di iniziativa legislativa da parte del Parlamento Europeo o alla riforma del regolamento di Dublino. Tutti questi problemi e le possibili soluzioni vanno nella direzione di un cambiamento che rafforzi le dinamiche sovranazionali e non intergovernative, poiché se lo spazio economico, relazionale e civile in cui vivono i cittadini è ormai europeo, anche le democrazie devono essere europee. Sono felice che il Partito Democratico e En Marche possano lavorare insieme su questa visione della riforma dell’Unione Europea.
Club Italie-France: Il tema dell’immigrazione è sicuramente uno dei più delicati sia a livello nazionale che europeo. Il problema non è l’immigrazione in sé, ma la questione dell’integrazione, che riguarda da vicino il lavoro dei sindaci e delle entità locali. Con la sua esperienza come sindaco, qual è, secondo lei, l’importanza di una tripla cooperazione tra Europa, Stati e autorità locali per gestire l’integrazione e evitare che le periferie si trasformino in vere e proprie polveriere sociali?
Dario Nardella: Il tema dell’immigrazione è uno dei più attuali e, per sua natura, globale. Per questa ragione, è impensabile gestirlo a livello locale o statale. Innanzitutto, le migrazioni accompagnano l’umanità fin dall’inizio della sua storia. I conflitti e i regimi autoritari nelle regioni vicine al nostro continente, la desertificazione, l’attrattiva esercitata dallo stile di vita europeo, la ricerca di opportunità per sé e per i propri cari, ma anche la domanda di lavoro delle nostre economie sono alla base di un flusso migratorio senza precedenti. Questi flussi devono essere gestiti e non demonizzati, ed è evidente che se esiste uno spazio europeo, è necessaria anche una politica europea in materia di asilo e immigrazione, così come una politica estera comune e una politica di cooperazione con i paesi terzi per promuovere lo sviluppo sostenibile di queste terre.
“La cultura è la pietra angolare della democrazia e della libertà, in quanto rispetta e rafforza le differenze e spinge l’uomo a superare i propri orizzonti.”
Club Italie-France: Dopo l’incendio di Notre-Dame, Firenze ha abbracciato tutta la Francia. Lei ha inviato un messaggio di sostegno alla sua collega Anne Hidalgo, sindaco di Parigi, e la città di Firenze ha deciso di organizzare un piano di coinvolgimento volontario al quale parteciperanno artigiani fiorentini, restauratori e architetti per aiutare la popolazione francese e Parigi nella ricostruzione: Firenze ha dimostrato di essere un modello nazionale ed europeo in termini di sostegno alla cultura. Quale ruolo ha avuto la cultura durante il suo mandato a Firenze e quale relazione c’è tra il patrimonio culturale nazionale ed europeo?
Dario Nardella: Innanzitutto, permettetemi di rinnovare il mio sostegno a Parigi e ai suoi abitanti. Notre-Dame fa parte della vita dei francesi, ma appartiene anche al resto dell’umanità e noi, i fiorentini, forse comprendiamo meglio di altri il senso di smarrimento che si prova di fronte alla perdita di un’opera di ingegno umano che accompagna una città per centinaia di anni. La cultura è stata sia un elemento centrale che trasversale delle politiche del mio mandato, per via della natura della città che ho avuto l’onore di guidare in questi cinque anni e del particolare contesto storico-politico che stiamo attraversando. Viviamo in un’epoca di rapidità, di ipersemplificazione e di globalizzazione. La cultura è la pietra angolare della democrazia e della libertà, in quanto rispetta e rafforza le differenze e spinge l’uomo a superare i propri orizzonti. A Firenze, la cultura è sempre viva e fa parte della quotidianità delle persone. È l’unico modo per la nostra società di essere libera e di continuare a essere creativa. Firenze è la seconda città d’Italia in termini di occupazione e gran parte delle persone impiegate lavorano nelle industrie della moda, nell’arte e nella ristorazione, nelle università e nella ricerca, o nel turismo. Questa è stata la nostra ricetta prima della crisi, durante e dopo la crisi. Per concretizzare questa visione, l’anno scorso ho incontrato a Firenze tutte le capitali della cultura europea, con l’aiuto del Commissario europeo per la Cultura, Navracsics, e insieme abbiamo creato una rete che si riunirà ogni due anni in una capitale europea. È il nostro regalo all’Europa e sostengo fermamente la proposta del Presidente Macron di creare un vero e proprio sistema universitario europeo, che codifichi e rivitalizzi contemporaneamente l’identità europea.
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Intervista del
23 Marzo
Informazioni
Figura Politica
Dario Nardella, uomo politico, sindaco di Firenze
